Reduce dalla sconfitta col Bologna, il Cagliari si appresta a far visita all'Hellas Verona nel match valevole per l'ottava giornata di campionato.
Il tecnico rossoblu Fabio Pisacane ha presentato il match nella consueta conferenza stampa prepartita.
Sugli infortunati
"E’ bello perché ogni settimana bisogna partire dall’infermeria, sembra un paradosso, ma fa parte di questo sport. Radunovic, Pintus e Di Pardo rimangono ai box. Si aggiungono Mina e Deiola. Yerry ha avuto un risentimento al bicipite femorale, non c’è la voglia di insistere e rischiamo di essere nel mezzo. Deiola lo abbiamo gestito, ma anche lì non bisogna avere questa frenesia che porta il giocatore a stare nel mezzo. E’ giusto riprendere il filo quando stanno bene: è quello che conta più di tutto. Per me è la terza finale di queste otto partite: viviamo un campionato nel campionato dove c’è bisogno di furore, di energia. Vorrei che questa energia venga messa su ciò che possiamo costruire e non temere. E’ l’andata di una finale, nessuno me ne voglia. Si prepara la gara come tutte le altre, ma stando attento a tutti i dettagli. Troveremo un avversario di tutto rispetto".
Sul Verona
"Il Verona è una squadra collaudatissima perché lo scorso anno aveva lo stesso tecnico e ha fatto un campionato dove ha sofferto parecchio. Ha un organico per rimanere in Serie A, oggi ha un concetto sotto forma di metodologia collaudato e rinforzato. I giocatori si sono fatti apprezzare, fa riflettere il fatto che sia una delle squadre con il XG più alto. Bisogna rimanere verticali, prendere spunti, oltre che studiare l’avversario. E’ necessario avere un barlume di realtà e non di fantasia".
Sulla difesa
"Portiamo avanti un discorso dal 10 luglio: prima dalle caratteristiche dei giocatori che abbiamo dentro. Cambia se l’avversario gioca in un modo o nell’altro. Per esempio, ho sentito che attacca molto la profondità, pertanto l’impostazione della partita dipende non da Mina, ma dagli avversari".
Su Zè Pedro
"Con lui ci parlo tantissimo, ma come parlo con tutti. Sono molto presente nella vita dei miei calciatori, mi è sempre piaciuto coltivare i rapporti. Mi piace sapere tutto, senza entrare nella sfera privata. Zé Pedro viene da un campionato diverso, dove tre squadre si giocano il titolo da quando esiste questo sport. Si deve ambientare e il suo ambientamento passa non condannandolo o mettendo l’accento su ciò che sbaglia. Non bisogna mettere alle spalle del ragazzo le aspettative. Sono contento di lui, spero e sono convinto che possa far vedere il suo potenziale".